APNEA ED ESERCIZI IN PALESTRA
La respirazione è un indispensabile atto involontario, di cui non ci accorgiamo, e la sua modulazione è un prerequisito per la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Ad esempio, la respirazione deve essere regolata in caso di parola, esercizio fisico intenso, risate, pianti o improvvisa fuga dal pericolo. La corretta respirazione durante l’attività fisica è fondamentale per poter eseguire il nostro allenamento. E se è difficoltoso, all’inizio, far eseguire una corretta respirazione ad un soggetto principiante, quando questi comincerà ad aggiungere carico…. al suo esercizio riuscirà più facilmente a far coincidere l’espirazione con il momento di massima contrazione del muscolo in oggetto. Purtroppo però man mano che il carico e la difficoltà aumentano molti di noi trattengono il respiro per poter sollevare più agevolmente il peso e superare meglio il famoso sticking point, la parte di sollevamento dove il movimento risulta più difficile da eseguire (Kompf et Aradjelovic 2016) e la velocità esecutiva diminuisce o tende a zero (Hales, Johnson, Johnson 2009).
Questa condizione si verifica quando la resistenza esterna, cioè il carico, ha maggior vantaggio meccanico rispetto alla forza espressa, e si verifica più spesso di quanto crediamo. Ecco quindi che il soggetto, per poter vincere più facilmente tale “empasse”, invece di usare i polmoni come una sorta di serbatoio dal quale far uscire l’aria con una certa pressione, (vi ricordano qualcosa le rumorose espirazioni di karateka e bodybuilders nella parte culminante dello sforzo, oppure gli altrettanto rumorosi “oh” di tennisti o altri atleti?) blocca la glottide e va in apnea a trattenere il fiato. Così facendo aumenta la pressione arteriosa, addirittura dai 120 mmHg di mercurio fino ai 300 e più mmHg, occludendo parzialmente le vene per effetto dell’aumento della pressione all’interno della cassa toracica. Ovviamente tutto questo rallenta il flusso venoso di sangue che torna al cuore, e innesca un circolo vizioso, con diminuzione, in uscita, di sangue ossigenato agli organi e ai muscoli, per non parlare del cervello, che potrebbe per scarsità di ossigeno portare a capogiri, vertigini e svenimenti.
E chi ha potuto provare uno squat o una distensione su panca, un rematore o degli stacchi in apnea perchè eseguiti con troppo carico, se ne ricorda bene. Bisogna comunque sottolineare che con carichi importanti è praticamente impossibile non incorrere in una pur minima apnea,magari sostenuta solo per frazioni di secondo e spesso inconsciamente, durante l’esercizio,
In uno studio di M Ichinose (Ichinose M, Matsumoto M, Fujii N, Yoshitake N, Nishiyasu T. Am J Physiol Heart Circ Physiol. 2018 Mar 1;314(3):H434-H442. doi: 10.1152/ajpheart.00367.2017. Epub 2017 Nov 3) tredici (N°13) soggetti sani hanno eseguito un esercizio per le cosce, in apnea, di estensione dinamica del ginocchio a due gambe (leg extension) con un carico di lavoro che ha provocato una frequenza cardiaca a ~ 100 battiti/min. L’apnea ha indotto marcata bradicardia, significativo aumento della pressione arteriosa, diminuzione della saturazione arteriosa di O2, diminuzione della gittata cardiaca e della conduzione vascolare totale. Data la vasocostrizione periferica è stato evidenziato un ridotto afflusso sanguigno alle gambe.
Ovviamente in certi casi la respirazione bloccata ricercando appositamente l’apnea, come ad esempio nei pesisti dove la protezione della schiena è importantissima, è molto utile poichè trattenendo aria nell’addome, che quindi nella risalita (nel caso ad esempio dello squat) rimarrà gonfio, permette di creare un “palloncino”, uno spessore protettivo per la colonna vertebrale. Ma negli altri sport occorre saper distinguere se e quando praticare questo blocco respiratorio, pena gli inconvenienti suindicati. E non bisogna sottovalutare il fatto che le nostre palestre sono frequentate soprattutto da soggetti sedentari che vogliono ritrovare la forma e magari soffrono, pur relativamente giovani, di ipertensione se non addirittura di sindrome metabolica, e che solitamente presentano, all’iscrizione, un banale certificato medico ludico-motorio ad attestare la loro salute.
A.S.